vaccino-covid-lavoro-faq-garante-privacy

Inutile sottolineare che il Green Pass relativo al Vaccino Covid19 è il tema del momento e, nel mondo del lavoro, si sono accese le polemiche anche in merito all’uscita del D.L. 105 del 23 Luglio 2021.

Anche se in realtà il D.L. 105 definisce ambiti specifici solo in relazione ai fruitori di determinati servizi e attività per i quali il Green Pass da libero accesso, ci si chiede se lo stesso documento possa anche essere utilizzato per consentire o meno l’accesso ai luoghi di lavoro.

Il dibattito è in corso, più acceso che mai ma, in attesa che il legislatore definisca più chiaramente questa questione così delicata, ricordiamo che il Garante della Privacy si era già espresso pochi mesi fa in merito al Vaccino Covid19 ed in relazione all’utilizzo dei dati sanitari in ambito lavorativo con la pubblicazione delle FAQ COVID19 sul suo sito www.garanteprivacy.it.

Proprio per non dare adito ad interpretazioni errate il Garante aveva pensato bene di chiarire gli aspetti in merito al Trattamento dei Dati relativi alla vaccinazione nel contesto lavorativo che possono essere direttamente riconducibili anche al Green Pass.

Ricordiamo che il Green Pass non certifica solo l’avvenuta vaccinazione, bensì anche altre situazioni abilitanti come esiti di tampone negativo o avvenuta guarigione da Covid.

In ogni caso, sia che si parli di vaccinazione, guarigione da Covid o esiti da tampone, stiamo sempre parlando di DATI SANITARI quindi Dati Sensibili o Particolari, per i quali vigono regole ben precise di trattamento in relazione a normative privacy recenti come il GDPR e meno recenti come lo STATUTO dei LAVORATORI

Detto ciò, visto che le FAQ del Garante sono state pubblicate prima ancora che si parlasse di Green Pass e quindi, giustamente non ne fanno cenno ma, essendo lo stesso Green Pass un documento che attesta la vaccinazione da Covid19, potremmo tranquillamente sostituire nel testo la parola “Vaccino Covid19” con la parola “Green Pass” che il risultato sostanzialmente non cambia.

Riportiamo di seguito a questo punto le FAQ del Garante.

Le FAQ del Garante in merito al Vaccino COVID19 in ambito lavorativo

Il Garante della Privacy, in un documento pubblicato sul suo sito ha deciso di dare risposta ad alcuni quesiti e li ha riassunti in un documento scaricabile in PDF, sotto forma di FAQ, sintetiche, in forma grafica e comprensibili.

garante-privacy-faq-vaccino-anticovid-lavoro-pdf-febbraio-2021

Le domande a cui viene data risposta sono quelle che più di tutte possono essere fonte di dubbio in merito al Trattamento dei Dati personali e quindi, in rapporto al Regolamento Privacy UE 2016/679 o GDPR allo scopo soprattutto di aiutare i DPO e i datori di lavoro e prevenire eventuali azioni illecite o atti che possono generare comportamenti discriminatori.

Può il datore di lavoro chiedere ai propri dipendenti se sono stati vaccinati o meno?

faq-garante-vaccino-covid19-lavoro-febbraio-2021

Questa Faq chiarisce bene il concetto che nemmeno il consenso del dipendente può essere condizione di liceità per acquisire il dato dell’avvenuta vaccinazione da parte del Titolare, nemmeno se quest’ultimo la richiede tramite il medico competente che rimane l’unico, oltre alle Autorità Sanitarie, a poter disporre di questo dato e a confermare di conseguenza l’idoneità lavorativa.

Questo perché, in un contesto lavorativo, il rapporto subordinato fra lavoratore e titolare crea uno squilibrio di ruoli tale da non rendere il consenso realmente libero e incondizionato come espresso nel considerando 43 del GDPR.

Può il datore di lavoro negare l’accesso ai luoghi di lavoro se il dipendente non è vaccinato?

faq-garante-vaccino-covid19-lavoro-febbraio-2021

In attesa di un intervento del legislatore nazionale che eventualmente imponga la vaccinazione anti Covid-19 come conditio sine qua non per lo svolgimento di determinate professioni, attività lavorative e mansioni, nei casi di esposizione diretta ad “agenti biologici” durante il lavoro, come nel contesto sanitario, il Garante precisa che si applicano le disposizioni vigenti sulle “misure speciali di protezione” previste per tali ambienti lavorativi (art. 279 del d.lgs. n. 81/2008).

Può il datore di lavoro chiedere al medico competente i nominativi dei dipendenti vaccinati?

faq-garante-vaccino-covid19-lavoro-febbraio-2021

Con quest’ultima FAQ il Garante vuole ribadire una cosa molto importante ovvero che, solo il medico competente può trattare i dati personali relativi allo stato di salute dei dipendenti quindi analisi, referti, diagnosi, anamnesi, terapie etc. e quindi anche le vaccinazioni non fanno certo eccezione. Il datore di lavoro deve quindi limitarsi a mettere in atto le misure indicate dal medico competente nel caso esprima una valutazione, nei confronti del lavoratore, di parziale o temporanea inidoneità.

Conclusioni sull’uso del Green Pass in ambito lavorativo

Al momento della stesura di questo articolo, sia in ambito pubblico, che in ambito privato, non vige nessun obbligo di vaccinazione diffusa per nessuna categoria di lavoratori ad eccezione degli operatori sanitari e scolastici.

L’attuale normativa D.L. 105 del 23 Luglio 2021 sul Green Pass è riferita solo ad “accesso” a “servizi e attività” ben definiti in un elenco specifico.

Non si può quindi pensare a nessun obbligo generalizzato in ambito lavorativo privato se non a seguito di una ulteriore normativa ad hoc che è in discussione proprio in questi giorni.

Se ne evince che, fino a che non verranno introdotte normative specifiche in merito all’obbligatorietà del vaccino in certi ambiti lavorativi, l’esibizione del Green Pass al Datore di Lavoro come condizione per l’accesso ai luoghi lavorativi non può essere considerata lecita a meno che non ci sia una precisa disposizione del medico competente che stabilisca l’inidoneità alla mansione lavorativa nel qual caso, potrà essere richiesto un cambio mansione, se fattibile.

Se per caso avete ancora dubbi sui comportamenti da tenere potete in merito alle varie disposizioni su COVID19 e Lavoro potete leggere il VADEMECUM completo che riassume le cose più importanti in merito al trattamento dati in ambito lavorativo.

Aggiornamento Articolo del 6 Settembre 2021

Risposte ai quesiti del Garante Privacy pubblicate sul sito ufficiale

Affinché si possa fare maggiore chiarezza in merito alla presunta ILLEICITÀ del GREENPASS, opinione peraltro molto diffusa soprattutto nei social, riportiamo il documento pubblicato sul sito ufficiale del Garante il 6 Settembre 2021, con le risposte ai principali quesiti ricevuti in questi giorni, proprio su questo tema.

Fermo restando che il dovere di verifica spetta ai soli datori di lavoro che operano negli ambiti sanciti dai provvedimenti normativi, il Garante chiarisce che, se il trattamento dei dati sanitari che consiste nella verifica del GREEN PASS mediante l’APP “Verifica C19”, è funzionale a tali adempimenti, viene condotto conformemente alla disciplina richiamata e nel rispetto delle norme in materia di protezione dei dati personali (e in primo luogo del principio di minimizzazione), tale trattamento NON PUÓ :

“comportare l’integrazione degli estremi di alcun illecito”,

“né tantomeno comportare l’irrogazione delle sanzioni paventate” nei quesiti ricevuti,

 “non necessita di autorizzazione, e va condotto nel rispetto del complessivo quadro normativo su richiamato.

In definitiva, sempre in base al principio di minimizzazione per il quale un “trattamento non deve comportare la rilevazione di dati eccedenti le finalità perseguite e, in particolare, di dati inerenti la condizione sanitaria dell’interessato”, si può chiedere l’esibizione (ostensione) del GreenPass ma, NON SI PUÓ RACCOGLIERE e/o ARCHIVIARE il DATO.

Vietato quindi tenere elenchi dei vaccinaticopie dei GreenPass né cartacei né digitali, come in recenti casi di alcune palestre che, per non doverlo richiedere tutte le volte, avevano scansionato ed archiviato i GreenPass nella scheda del cliente.

Rimane ancora qualche dubbio in merito alla disciplina transitoria della “Certificazione di esenzione al Vaccino” per la quale saranno necessari maggiori garanzie.

A questo Link il documento sui Quesiti del Garante

Fonti: Garante della Privacy

35 commenti
  1. Andrea
    Andrea dice:

    Sono rimasto basito dalla sua risposta. Mi aspettavo una valutazione giuridica alla mia domanda ma ho visto che lei si è espresso per la quasi totalità con proprie opinioni personali sul tema. Che risposta è anche il bar sa del suo stato vaccinale? Innanzitutto al bar non si obbligati ad andarci mentre al lavoro si altrimenti non si mangia. Ma, se pure fosse, al bar non sanno se sono vaccinato o guarito visto che devono leggere un qr code. Contrariamente a quanto lei scrive il qr code non attesta la vaccinazione visto che lo si ottiene per quello base anche attraverso il tampone e la guarigione e per quello rafforzato anche per la guarigione. E
    poi che risposta è “la privacy deve fare un passo indietro”? La privacy è una conquista e tutti si devono attenere alla normativa vigente in materia anche sotto pandemia. Solo che lei dice che ci sono dlgs che consentono il trattamento del dato dello stato vaccinale da parte del datore di lavoro (perché è questo quello che ho chiesto) ma stranamente non ne cita neanche uno. Ma è la chiusura “che tutto finisca presto, grazie a provvedimenti e vaccini” che mi fa capire che una risposta o non ce l’ha o non vuole darmela. Cordiali saluti

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Andrea, scusi ma è più che evidente che ho espresso opinioni personali perché è esattamente quello che mi ha chiesto nel primo commento.
      Se vuole sapere se si può o meno trattare il dato sanitario, in questo caso “lo stato vaccinale”, la risposta completa con tanto di riferimenti normativi, la trova in ben 3 articoli su questo Blog.
      La mia risposta precedente, forse un po’ di pancia lo ammetto, è dettata dal fatto che, primo non ne posso più di sentire discussioni di questo tipo dopo due anni e secondo le cito testualmente la frase del suo primo commento:“L’amministrazione arbitrariamente ha deciso di emettere procedimenti disciplinari esclusivamente a quei dipendenti che per vie traverse ha scoperto non essere vaccinati.”.
      Ora io dubito fortemente che un’amministrazione pubblica prenda “decisioni arbitrarie” dalle quali emettere “provvedimenti disciplinari” sulla base di notizie carpite per “vie traverse” e cito testualmente le sue precise parole.
      Detto questo se, la domanda è se un qualsiasi datore di lavoro, amministrazione pubblica compresa, può conoscere un qualsiasi dato sanitario di un dipendente, escluso dalle Categorie Obbligate dal DL. 1/2022 del 7/01/2022 (Sanitari, Forze dell’Ordine, Personale Scolastico e ultracinquantenni, etc), e lo stato vaccinale è un dato sanitario, la risposta è NO. Solo il medico competente può conoscere questi dati a meno di ulteriori provvedimenti legislativi specifici e, aggiungo, tantomeno dati di questo genere possono essere utilizzati dal datore di lavoro per provvedimenti disciplinari, o in sede di giudizio, in quanto ne sarebbe in possesso illegalmente. Se però lei è un ultracinquantenne il discorso cambia (vedi DL citato) perché, a quel punto il Datore di Lavoro è obbligato a chiederle lo “stato vaccinale” altrimenti, andrebbe incontro a sanzioni sia il dipendente che il datore di lavoro stesso.
      Il mio consiglio è che, se il suo datore decide di procedere su queste basi, e Lei non rientra nelle categorie incluse nel DL citato, di fare una semplice segnalazione al Garante Privacy. Non c’è bisogno di rivolgersi al legale, basta andare sul sito.
      Questa è la mia risposta “giuridica” pur confermando le mie opinioni personali espresse in precedenza.
      In bocca al lupo.

      Rispondi
  2. Andrea
    Andrea dice:

    Sono un dipendente pubblico rientrante nel DL 1/2022 (quindi non sanitari, ne forze dell’ordine o insegnanti). L’amministrazione arbitrariamente ha deciso di emettere procedimenti disciplinari esclusivamente a quei dipendenti che per vie traverse ha scoperto non essere vaccinati. La motivazione è che la vaccinazione è un dovere morale e non farla è contrario al Dlgs 81/2008. Nessun lavoratore ha comunicato ufficialmente lo stato vaccinale salvo al medico competente, il quale continua regolarmente ad emettere giudizi di idoneità. Addirittura l’amministrazione ha emesso una informativa dove dispongono che i dati oggetto del trattamento sono: “Dati identificativi, nome, cognome, data di nascita, validità green pass, stato vaccinale” e che “La base giuridica del trattamento dei dati è costituita dalla necessità di adempiere ad un obbligo legale al quale è soggetto il Titolare del trattamento, nonché di eseguire un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri, rispettivamente ai sensi dell’art. 6, par. 1 lett. c) ed e) del Regolamento UE 679/2016. Il trattamento è necessario per motivi di interesse pubblico rilevante ai sensi dell’art. 9, par. 2, lett. g) del Regolamento UE 679/2016, a scopo di prevenzione dal contagio da COVID 19 e a tutela della salute, sicurezza e incolumità fisica dei dipendenti, nel rispetto del D.Lgs 81/2008 e s.m.i..” Nella informativa l’amministrazione scrive che i dati non verranno conservati. Ritengo però a mio parere che sia illegittimo trattare il dato dello “stato vaccinale”, anche perché non si capisce da dove lo prende e se gli è consentito farlo. Vorrei fare una denuncia al Garante: lei che ne pensa?

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Andrea,
      guardi il suo stato vaccinale non lo sa solo il suo datore di lavoro ma anche il bar dove va a fare colazione tutte le mattine visto che le leggono il Green Pass. Penso che quando le motivazioni sono l’interesse e la sanità pubblica ed, in questo caso parliamo di una pandemia, la Privacy deve fare un passo indietro.
      Ci sono dei Dlgs che consentono quello che mi ha descritto, il Garante ha fatto le sue valutazioni e mi creda che non ha nessun problema a schierarsi contro la pubblica amministrazione, com’è successo in passato. (vedasi provvedimenti Inps e Agenzia delle Entrate).
      Ci hanno provato decine di avvocati a trovare cavilli legali sull’illegittimità o meno di certi provvedimenti e ne sono tutti usciti con le ossa rotte.
      Cordiali Saluti e speri che tutto finisca presto, anche grazie a provvedimenti e vaccini.

      Rispondi
  3. giuditta
    giuditta dice:

    Buonasera , ho letto il suo articolo e quelli precedenti, informandomi anche su internet in generale, mi sfugge però una cosa sempre in materia della privacy per la raccolta dei dati a seguito del controllo dei green pass sul registro apposito. Il delegato al controllo del green pass dovrà annotare su un registro accessibile solo a lui , ad altro eventuale designato ed al D.l il numero dei controlli eseguiti senza indicare il nominativo e flaggare esito OK, in caso di green pass controllati siano validi.
    Pertanto in detto registro, non compariranno nominativi dei controllati diciamo andati a buon fine ma solo quelli con esito negativo.. Noi abbiamo optato controlli a campione da eseguirsi ogni 2 giorni sul 90% del personale ( siamo pochi.) e pertanto la cosa è fattibile.. La cosa che non mi è chiara, è che adesso i coordinatori della sicurezza di cantieri mi stanno imponendo il controllo giornaliero ed addirittura inviare giornalmente un modello da loro predisposto dove dovrei indicare il nominativo del personale impegnato sul cantiere con indicazione o meno del green pass.. A mio avviso questa cosa non è regolare, i primis perche come mi ha scritto Lei possiamo scegliere come eseguire i controlli, ed inoltre non possiamo prendere nè tanto meno inviare a terzi i nominativi delle persone controllate e comunicare addirittura se sono in possesso del green pass.. mi dica se ho sbagliato ha interpretare la normativa per quanto riguarda i controlli..perche si fa divieto assoluto di prendere i dati di qualunque tipo a chi verrà controllato.. giusto?

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Giuditta,
      il controllo non può comportare nessuna raccolta dati ne, tantomeno inviare elenchi nominativi a terzi da controllare, per non parlare di indicare se sono muniti di green pass o meno.
      Starà ai responsabili di cantiere o ad un loro delegato fare questo controllo con il loro dispositivo, senza segnare comunque nessun dato.
      Sul controllo a campione esprimo una riserva in quanto è ammesso come opzione se non è possibile fare il controllo all’ingresso (aziende molto numerose, o turni diversi etc). Se possibile farei sempre il controllo giornaliero.
      Buona serata

      Rispondi
  4. giuditta
    giuditta dice:

    Buongiorno la ringrazio, ma giustamente come dice lei siamo pochi, ma il green pass viene rilasciato anche per il tampone, e se non possiamo sapere e/o annotare la scadenza come possiamo, mi pare di aver capito che sul registro dell’avvenuto esito di controllo non posso mettere nulla.. solo ok.. nemmeno il nominativo di quello controllato..un domani come faccio a dire che ho controllato Mario rossi in regola oggi 11/10 se poi lo ricontrollo per esempio il 12 dicembre..e non ha il green pass..o peggio ancora viene un controllo e lo trova con green pass scaduto..ec.. come si fa dimostrare di averlo controllato ..? Insomma se permettesso di annotare nome cognome e scadenza la cosa sarebbe piu facile e veloce per tutti..e come ha detto Lei basterebbe questa cosa, senza prendere altri dati, o addirittura potrebbe fare una idoneità il medico competente con la scadenza del green pass.senza dare ulteriori informazioni…boh..questo un mio pensiero, Devo fare il registro..ma sinceramente lo trovo inutile visto che non devo scriverci nulla che faccia riferimenti a chi ho controllato..:(
    buonagiornata .

    Rispondi
  5. Stefano
    Stefano dice:

    Buongiorno, un DdL può acquisire solo la parte del GP che contine gli stessi dati del GP digitale (nome e cognome, data di nascita) e scansionarla giornalmente con APP? ALla fine avrebbe accesso agli stessi dati che vedrebbe scansionando il QRcode con l’app.

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Stefano,
      purtroppo non è possibile archiviare o copiare nessun tipo di dato, se non escono ulteriori istruzioni nei prossimi giorni ma, mi auguro proprio di si.
      Saluti
      Marco G.

      Rispondi
  6. Marco Gentilini
    Marco Gentilini dice:

    Rispondo una volta per tutte alle innumerevoli domande relative alla possibilità di CHIEDERE DATI da parte del DATORE di LAVORO.
    L’Art. 13 comma 5 del DPCM 17 Giugno 2021 recita espressamente …“L’attività di verifica della certificazione NON COMPORTA, IN ALCUN CASO, la RACCOLTA dei DATI dell’Intestatario (riferito al Green Pass) in QUALUNQUE FORMA
    Dove per QUALUNQUE FORMA è verosimilmente da intendersi “qualsiasi” ovvero verbale, scritta, analogica o digitale che sia.
    Spero che questo contribuisca a fare maggior chiarezza su questo aspetto che è uno dei più delicati e controversi in attesa di ulteriori precisazioni normative e Linee Guida sulle modalità di controllo che sarebbero quanto mai auspicabili.
    Marco Gentilini

    Rispondi
  7. Michela R
    Michela R dice:

    Buongiorno,
    può la segreteria del datore di lavoro chiedere informazioni riguardo il possesso del Green Pass e sua relativa scadenza?
    Potrebbe gentilmente fare riferimento alla normativa in atto a riguardo?
    Grazie e buona giornata
    M

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Le riporto la risposta ad altri commenti precedenti
      “L’Art.13 comma 5 del DPCM 17 Giugno vieta espressamente qualsiasi raccolta di dati in qualsiasi forma, quindi copia, trasmissione etc. L’invio di una mail o anche una semplice trascrizione dei dati contenuti nel Green Pass non è ammessa. E’ ammesso quindi il solo controllo tramite l’APP “VerificaC19”.
      Buona giornata anche a lei.
      Marco G.

      Rispondi
  8. Lalla
    Lalla dice:

    Buonasera, l’azienda per cui lavoro ha chiesto ai dipendenti di condividere date delle vaccinazioni e a chi ha a Green pass con tampone deve inviarlo…. mi sembra che entrambe le cose siano in opposizione alla normativa….Come ci si può far valere? Oltretutto chiedono la trasmissione del Green pass anche se si lavorerà in Smart working (se sono a casa mia non accedo al luogo di lavoro) e mi hanno detto che è il nuovo dpr ma a me sembra una forzatura del DPR. … o sbaglio? Ci vuole un avvocato per farsi valere? Credo di non essere l’unica in questa situazione.
    Grazie

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Lalla,
      trova la mia risposta in merito alla richiesta di qualsiasi dato inerente al Green Pass nel commento precedente di Alessandro.
      Per quanto riguarda lo Smart Working non è richiesto.
      Per far rivalere i propri diritti è sufficiente fare un reclamo al Garante della Privacy sul loro sito a questo link.
      Credo che di casi come questi se ne verificheranno a migliaia purtroppo, le aziende non vogliono perdere tempo per i controlli.
      Speriamo che escano delle Linee Guida un po’ più precise sulle modalità di controllo.
      Saluti

      Rispondi
  9. Alessandro Galimberti
    Alessandro Galimberti dice:

    Può un datore di lavoro chiedermi di mandare ogni 48h il green pass via mail? Come faccio a sapere che non archivi i miei dati? Grazie

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Alessandro,
      Ti ringrazio della domanda, questo è un punto molto delicato.
      L’Art.13 comma 5 del DPCM 17 Giugno vieta espressamente qualsiasi raccolta di dati in qualsiasi forma, quindi copia, trasmissione etc. L’invio di una mail o anche una semplice trascrizione dei dati contenuti nel Green Pass non è ammessa. E’ ammesso quindi il solo controllo tramite l’APP “VerificaC19”.
      Ne parlerò anche espressamente nel prossimo articolo che uscirà in questi giorni.
      Saluti, Marco

      Rispondi
  10. roberto
    roberto dice:

    Buon giorno, visto che l’associazione de medici del lavoro si è tirata fuori da questa spinosa situazione, chi oltre al personale doganale ha facoltà di verifica del possessodel GP ‘

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Roberto, non capisco molto la domanda ma, in ogni caso non c’è una categoria specifica che può svolgere i controlli.
      E’ sufficiente che il controllore abbia una delega formale da parte del Titolare.
      Saluti

      Rispondi
  11. Deghi
    Deghi dice:

    Buonasera,
    Se comunico all azienda di mettermi in assenza ingiustificata quest ultima in automatico saprà che non sono vaccinato.
    Questo porterà discriminazione anche da parte dei colleghi.
    Come si esprime il garante in questo?

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Innanzitutto lei non comunica di mettersi in assenza ingiustificata ma entra automaticamente in questa condizione dal momento in cui non esibisce un Green Pass valido.
      In ogni caso l’azienda non può rendere pubblico il motivo della sua assenza.
      Per quanto riguarda il Garante ancora non si è espresso in merito.
      Saluti

      Rispondi
  12. STEFANO ARIENTI
    STEFANO ARIENTI dice:

    Buongiorno posso acquisire il solo QR Code (tipo quello che visualizzo sull’app IO) e poi “analizzarlo” con l’app VERIFICA C19 per i miei dipendenti?

    Rispondi
  13. giuditta
    giuditta dice:

    Buongiorno, ma se i dipendenti sono d’accordo, e parlo di realtà piccole, siamo quasi una famiglia, posso avere una copia del green pass, appunto per evitare di chiederlo tutte le mattine? Siamo idraulici..e pertanto non abbiamo una entrata come un negozio o una fabbrica..e appunto per non violare la privacy, se mi rilasciano una autorizzazione per poter avere una copia in formato cartaceo del green pass posso tenerla in ufficio?? inoltre, se nel caso i coordinatori della sicurezza mi chiedessero se i lavoratori presenti in cantiere sono vaccinati o meno, come mi devo comportare??
    se comunico che tizio e caio sono vaccinati, su che base posso dare queste informazioni a terzi??? Non violo la loro privacy anche se per assurdo per lavorare dovrebbero averlo..?? visto che i cantieri non sono provvisti di scanner per il green pass, perche non sono cantieri strutturati tali da avere un lettore ecc…ec..grazie

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Giuditta,
      il datore di lavoro non può detenere nessun tipo di dato sanitario, nemmeno se il dipendente autorizza, e il Green Pass contiene dati sanitari (vaccino, esenzione, etc).
      Visto che siete così in pochi il problema non sussiste, una volta che li avete verificati la prima volta, visto che hanno validità 12 mesi, può fare un controllo ogni 3/6 mesi.
      I coordinatori della sicurezza nei cantieri possono, anzi devono, controllare il green pass direttamente ai suoi dipendenti che glielo devono esibire. Il datore di lavoro non può comunicare niente in merito a dati sanitari, e non c’è bisogno di nessuno scanner, basta uno smartphone e scaricare liberamente l’APP “verificaC19”: sono operazioni che tutti fanno tutti i giorni con gli smartphone (vedi controlli degli esercenti funziona uguale).
      Spero di averle risposto.
      Buona giornata
      Marco G.

      Rispondi
  14. Antonella
    Antonella dice:

    Buonasera, io lavoro in 1 mensa scolastica. Non ho fatto vaccinazione,
    Ho un contratto inderminato,
    posso chiedere la sospensione per 2 mesi, no lavoro, no stipendio certamente o possono comq licenziarmi?

    Rispondi
  15. di vico giuseppina
    di vico giuseppina dice:

    La domanda fatta da Giovanni è fondamentale. Come può lo Stato, o un’azienda che chiede l’obbligo di assumere un farmaco sperimentale, non assumersi l’onere dei danni. Gli effetti collaterali gravi e meno gravi ci sono. Vengono solo nascosti e negati. Questo e veramente tragico per tutti.

    Rispondi
    • Marco Gentilini
      Marco Gentilini dice:

      Buongiorno Giuseppina, le ricordo che questo non è un blog scientifico, l’articolo parla di Privacy nell’ambiente di lavoro in merito ai dati sanitari quindi anche il Green Pass.
      Per riflessioni di altro tipo il canale giusto è Facebook.
      Grazie e buona giornata

      Rispondi
  16. giovanni
    giovanni dice:

    se dovesse divenire obbligatorio il soggetto vaccinante non dovrà firmare nulla al momento della vaccinazione ? quindi lo stato italiano si prende in carico eventuali sintomi da vaccino? Grazie

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento se ti è piaciuto l'articolo. Se devi fare una richiesta specifica puoi inviarmi una mail a info@marcogentilini.com

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.